Non è tutto oro quel che luccica. Quante volte abbiamo pensato che la vita di un’altra persona fosse perfetta rispetto alla nostra? Quante volte al giorno percepiamo quella che sembra la felicità assoluta sui social? 

Presentandoci agli altri, ci sforziamo di mostrare il profilo migliore, mettendo un filtro bellezza sul viso o sui pensieri, stando ben attenti a interrare il nostro lato vulnerabile, la rabbia o l’agitazione che inevitabilmente dormono dentro di noi.

Questa è stata la mia sensazione durante la visita al Lago di Resia, un luogo apparentemente perfetto che tuttavia mi ha ricordato le scene del film The Truman Show. Conoscevo vagamente la storia del lago, avendo racimolato qualcosa da Wikipedia; poi, una volta a casa, ho letto Resto qui, di Marco Balzano e il puzzle che avevo in testa ha cominciato a prendere forma. 

Guardavo il lago, con al centro quel campanile, uno scorcio che mi mostrava il suo lato migliore, e non riuscivo a smettere di pensare a cosa si nascondesse dietro le praterie livellate al centimetro, le strade pulite in maniera maniacale e le casette di legno con le tendine alle finestre in stile Mulino Bianco. Intorno a quel lago, non aleggiava uno strano silenzio? Ebbene, dietro quel paesaggio da cartolina -anzi, sotto- si annidano storie travagliate, lotte intestine, guerre laceranti e, soprattutto, persone. 

Dopo questa lunga premessa, vi do il benvenuto nella rubrica Libri in Valigia, sezione dove vi consiglio i migliori libri da portare con voi durante i vostri viaggi. A volte sono libri che ricordano dei Paesi in particolare, dei luoghi che ho visitato nei miei ultimi viaggi (come questo che ho pensato di collegare a un tour che ho fatto in Trentino Alto-Adige), altre volte sono semplicemente libri che mi piacciono e che voglio condividere con voi. Vediamo se vi convinco a leggerli!

Tabella dei contenuti

Resto qui, di Marco Balzano: il ricordo di quel che c’è stato

Vi avverto che il consiglio di lettura di oggi non è facile da digerire. Si tratta appunto di Resto qui, di Marco Balzano, un romanzo che non solo ci spiega nel dettaglio la storia del Lago di Resia ma che ci svela molto sull’Alto Adige, sul perché, nonostante sia una regione italiana, rappresenti l’emblema di tutto ciò che italiano non è. Certamente potremo aprire un libro di storia e sfogliare le pagine sulla Seconda Guerra Mondiale, perché in fondo queste cose le dovremmo già sapere. Ciononostante, è anche vero che i romanzi servono a ricordarci aneddoti della storia che nel corso della vita abbiamo accantonato in un cassetto del cervello; forse sono cose che già conoscevamo, ma vogliamo veramente paragonare il pathos e l’emozione che ci infonde un romanzo rispetto a un inespressivo libro di storia?

Resto qui, di Marco Balzano
Resto qui, di Marco Balzano

Di cosa parla il libro

Resto qui non è solo la storia della vita di Trina, la protagonista; è anche la storia di due paesi del Sudtirolo, Curon e Resia, dei loro abitanti e delle loro case. È la storia di tre guerre combattute su più fronti:  la Seconda Guerra Mondiale, quella la conosciamo tutti, la guerra contro l’annientamento di una cultura -iniziata quando i fascisti misero al bando la lingua tedesca- e la guerra contro uno Stato determinato ad affogare due paesi per costruire una diga.

Ci avessero domandato quel giorno qual era il nostro desiderio più grande, avremmo risposto che era continuare a vivere a Curon, in quel paese senza possibilità da dove i giovani erano scappati e tanti soldati non erano più tornati. Senza voler sapere niente del futuro e senza nessun'altra certezza. Solo restare.

Resto qui

Il libro è fluido, ma deliberatamente lento. Perché lenta è l’attesa della fine della guerra e a rilento vanno avanti i lavori per la costruzione della diga che darà vita all’oggi famoso Lago di Resia. Il tempo scorre piano, quasi a sentire ogni chicco di terra smossa dalle ruspe. Trina e Erich -quando scappano per rifugiarsi sulle montagne- perdono il conto dei mesi aspettando la fine della guerra e, una volta terminata, ricominciano una lunga lotta, ormai senza forze, affinché la loro casa non venga sommersa dall’acqua.

Una storia che prima di iniziare a leggere sappiamo già come va a finire, ma di cui non conosciamo i dettagli profondi. È palese che la diga alla fine è stata costruita, ma quanti turisti si sono soffermati a pensare a cosa abbia significato quel lago per i cittadini di Curon e Resia? 

Le mie percezioni

Resto qui è una triste storia che logora l’anima sotto tanti punti di vista, è una storia di impotenza, di una battaglia persa in partenza contro un colosso che è impossibile vincere nonostante gli sforzi. È però anche una storia di resilienza, di forza interiore per poter superare le magagne che la vita ci mette davanti. Trina sopporta a denti stretti la scomparsa di sua figlia, portata via da zii crudeli ma lungimiranti, consapevoli che in paese non ci sarebbe stato un futuro. Sopporta suo figlio, convinto nazista arruolatosi volontario; sopporta suo marito, l’unico in paese ossessionato dalla costruzione della diga. Sopporta l’allontanamento di Maja e Barbara, perché perdere le amiche di una vita è più facile di quanto si possa pensare.

Volevo spedirle le lettere che avevo scritto in montagna, ma alla fine me le sono tenute. Certe sere me le rileggevo come avevo fatto col tuo quaderno, poi una notte che non riuscivo a prendere sonno le strappai insieme a quelle per Barbara. Le parole non potevano niente contro i muri che aveva alzato il silenzio. Parlavo solo di quello che non c'era più.

Resto qui
Laghi del Trentino-Alto Adige
Campanile del Lago di Resia

Perché Resto qui è il mio consiglio di lettura

Durante il mio viaggio in Alto Adige a volte ho avuto la sensazione che quel paesaggio utopico che mi si presentava davanti fosse lo specchio di tutt’altra vita, o per lo meno di tutt’altri sentimenti. Può una comunità riconoscersi parte di un’altra cultura, dopo che questa stessa cultura le è stata imposta con la forza? 
Può questa comunità non portare rancore?
E i figli degli abitanti di Curon e Resia, possono guardare il lago senza pensare a ciò che è stato?
Marco Balzano lo dice chiaramente in Resto qui:

Guardo le canoe che fendono l'acqua, le barche che sfiorano il campanile, i bagnanti che si stendono a prendere il sole. Li osservo e mi sforzo di comprendere. Nessuno può capire cosa c'è sotto le cose. Non c'è tempo per fermarsi a dolersi di quello che è stato quando non c'eravamo. Andare avanti, come diceva Ma', è l'unica direzione concessa. Altrimenti Dio ci avrebbe messo gli occhi di lato. Come i pesci.

Resto qui

E quindi si va avanti, anche se il passato non si dimentica e, a copertura del dolore, mettiamo una tenda di ricercata perfezione.

Ciò che resta della verità è solo un campanile che si staglia in mezzo all’acqua, fiero, e forse un po’ offeso nel vedere quei turisti che scattano foto all’impazzata senza conoscere la storia del Lago di Resia, quella triste storia che ha devastato la vita di molte famiglie.

Spero che il consiglio di lettura di oggi vi sia piaciuto. Come sempre, vi invito a iscrivervi alla Newsletter de Il Mondo In Un Boccone per ricevere mensilmente le ultime novità e a seguirmi sul mio profilo Instagram @frangyontrip.

Se volete dare un’occhiata a qualche altro consiglio di lettura, non perdetevi la mia lista di libri belli da regalare!

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1 commento

  1. Bellissima e precisa recensione. Sicuramente comprerò il libro, anche perché adoro quei luoghi e tutto il Trentino. Complimenti!!!

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