Benvenuti viaggiatori! Oggi ho deciso di allontanarmi leggermente dal tema viaggi e non parlarvi di una meta dal punto di vista turistico. O meglio, l’argomento sarà comunque Barcellona, ma la vedremo da un punto di vista nuovo, quello di un expat. In questo articolo vi spiegherò perché trasferirsi a Barcellona è un’ottima idea e, più in generale, come si vive a Barcellona e qual è il costo della vita a Barcellona, snocciolandovi tutti i motivi per sceglierla, ma anche le difficoltà, i suoi pro e i suoi contro. 

Di Barcellona ho ampiamente parlato in altri articoli del mio blog, per cui, se volete semplicemente visitarla come turisti, vi invito a leggere le informazioni sul centro storico di Barcellona, sull’arte di Gaudí, i miei consigli sui 10 ristoranti migliori in cui mangiare e magari su come organizzare un viaggio in moto in Spagna. Se invece state pensando di andare a vivere a Barcellona, continuate la lettura, questo è l’articolo che fa per voi.

Tabella dei contenuti

Trasferirsi a Barcellona: ciò che devi sapere

Ormai sono ben otto anni che vivo all’estero, sei dei quali a Barcellona. Ma perché mi sono trasferita in questa città?
Spesso mi sono sentita dire che ho una vita perfetta, solo perché la capitale catalana è dotata di sole, mare e di una vita notturna invidiabile, e sono arrivata alla conclusione che una buona fetta della gente creda che la vita di un abitante di Barcellona si svolga esclusivamente sulle Ramblas, insieme a chi vende i biglietti di entrata in discoteca o a chi ti propone birra e marijuana per strada. A volte la gente mi si è rivolta come se pensasse che vivere a Barcellona significasse non avere uno straccio di problema, come se non si dovesse lavorare per pagarsi l’affitto o non fosse difficile trasferirsi all’estero.
 
Nulla di più sbagliato: trasferirsi all’estero è una scelta che a volte si fa a cuor leggero ma non sempre, è la scelta di chi non si sente soddisfatto dell’idea di lavoro che c’è nel proprio Paese, di chi ha voglia di scoprire come si vive nel resto del mondo e di conoscere altre culture. Ma anche se uno avesse scelto di trasferirsi a Barcellona perché è una gran bella città, mi chiedo, quale sarebbe il problema?
 
Vivere a Barcellona ha i suoi pro e i suoi contro. Vediamoli nel dettaglio. 
Ecco i pro di vivere a Barcellona:
 
  • è una gran bella città dal punto di vista artistico, culturale e climatico;
  • essendo la seconda città più importante in Spagna, è collegata benissimo al resto del mondo, quindi tornare a casa o fare un viaggio non sarà un problema;
  • offre molte opportunità di lavoro anche per chi non parla spagnolo (anche se è consigliatissimo impararlo). Molte aziende straniere, infatti, hanno una sede qui;
  • è una città molto aperta e progressista a livello culturale e sociale;
  • i mezzi pubblici sono spesso pieni ma funzionano molto bene.

Ecco invece i contro, che più o meno sono gli stessi in tutte le grandi città:

  •  il mondo degli affitti o delle compravendite è folle. Trovare casa a Barcellona non è semplice e richiede un grosso dispendio di soldi ed energie. Le case sui siti per gli affitti vanno a ruba, un minuto vedi l’annuncio e il minuto dopo è già sparito. Spesso i proprietari di casa richiedono lo storico lavorativo, diverse garanzie e fino a tre mesi di caparra;
  • le case sono in genere molto piccole e vecchie;
  • in città c’è molto traffico, avere un’auto non è una grande idea, meglio un motorino o utilizzare i mezzi pubblici.
Vediamo adesso più nel dettaglio alcuni dei punti appena accennati.
Museo de Montjuïc, Barcellona
Museo de Montjuïc

Lavorare a Barcellona

Mi spiace deludervi ma, come vi ho anticipato, anche a Barcellona si lavora 😉 . Essendo una città cosmopolita, come potrebbe essere una Londra o una Milano, le opportunità per gli stranieri qui sono parecchie. Anche se non si parla spagnolo o catalano, è comunque possibile trovare un lavoro che richieda il solo uso della lingua italiana o inglese, anche se -chiaramente- per lavorare a Barcellona la conoscenza dello spagnolo e/o catalano è spesso necessaria, in particolare se si ha intenzione di lavorare nel pubblico. Pertanto, prima di iniziare a cercare lavoro a Barcellona, vi consiglio di iscrivervi a un corso di spagnolo (e/o di catalano per chi vuole lavorare nel pubblico), così da arrivare preparati al colloquio e sfoggiare con orgoglio quanto appreso. 

A Barcellona, poi, fanno base anche svariate multinazionali che offrono discreti relocation package ai più fortunati, affinché la ricerca della casa non sia un inghippo durante il trasferimento. 

Quanto si guadagna in media e quanto costa vivere a Barcellona?

Andiamo al tasto dolente sull’argomento lavorare a Barcellona: gli stipendi. Considerando che il costo della vita a Barcellona non è basso, la media degli stipendi a mio parere dovrebbe essere più alta, anche se spesso nei contratti di lavoro sono inclusi svariati benefit, tra cui l’assicurazione sanitaria privata più o meno completa, uno sconto sulle palestre e una retribuzione flessibile per quanto riguarda trasporti e asili.

La Catalogna, in generale, è una delle regioni più care della Spagna, ma è anche vero che per mangiare fuori e fare la spesa si spende un po’ meno che in Italia. Sono gli affitti a Barcellona ad essere la vera gatta da pelare, lo vedremo tra poco!

È importante comunque sapere che le aziende private contrattano più facilmente personale a tempo indeterminato rispetto all’Italia e che, in genere, si fa un primo contratto a 6 mesi e subito dopo si passa all’indeterminato.

Porto Olimpico, Barcellona
Porto Olimpico, Barcellona

Trovare casa a Barcellona

Oltre agli affitti esorbitanti, paragonabili sempre a città come Londra o Milano, un vero scoglio in cui ci si imbatterà prima di trasferirsi a Barcellona è sicuramente la ricerca della casa. 
Più o meno il succo è questo: se ci si trasferisce in coppia, si potrà optare per un piccolo appartamento fino a un massimo di 60 mq, per una spesa complessiva che può variare dagli 850 ai 1200€ al mese dipendendo dalla zona. Se, invece, a muovervi siete da soli, ahimè l’unica opzione -a meno che non siate milionari- sarà la condivisione di un appartamento o al massimo l’affitto di un monolocale. Affittare una stanza a Barcellona può arrivare a costare anche 600€-700€ al mese, quindi trasferirsi in coppia è, in linea di massima, l’opzione più economica. 
  
Mettendo da parte il dio denaro, un’ulteriore difficoltà sta proprio nel trovare la casa giusta, o per meglio dire decente. Soprattutto nel centro storico gli appartamenti sono vecchi, alcuni addirittura dei primi anni del Novecento, e non sempre ben ristrutturati. In generale, le case sono dotate di stanze piccolissime, anche di 2×3 mq, non proprio ciò a cui siamo abituati in Italia. Quindi, non demoralizzatevi se la ricerca della casa sarà lunga ed estenuante, fatta di visite a edifici fatiscenti, a palazzi troppo rumorosi o con infissi risalenti ai tempi della guerra, prima o poi la casa spunterà fuori. Ah ragazzi… il bidet non c’è, ma questo se avete viaggiato un po’ già lo sapete!
Palme a Barceloneta
Barceloneta

Qual è il quartiere migliore in cui vivere a Barcellona?

Ci hai detto che cercare casa sarà difficile, va bene, ma in quale quartiere tentare la sorte?

Questo credo sia un argomento piuttosto soggettivo, perché tutti siamo diversi e di conseguenza saranno diverse le nostre priorità. La fortuna è che a Barcellona esistono tantissimi quartieri con peculiarità distinte, per cui dovrete solo trovare quello che fa al caso vostro.

Casco Antiguo

Amate la vita notturna, la Barcellona turistica e non temete gli schiamazzi sotto la finestra? Allora non avrete problemi a trasferirvi nei quartieri de La Barceloneta, de El Born o, in generale, nel cosiddetto Casco Antiguo della città. Al tempo dei miei due Erasmus a Barcellona, ho vissuto nel Barrio Gótico entrambe le volte e posso dire che attualmente non farebbe per me, benché lo abbia apprezzato -non sempre- durante la mia gioventù 😉 . Per i miei gusti, troppi turisti sotto casa, troppi addii al celibato e nubilato, troppa “cerveza, beer” e troppi furti: qui viene fuori il lato di Barcellona purtroppo famoso all’estero.

Eixample e dintorni

Se, invece, volete vivere in una Barcellona iconica, fatta di palazzi in stile Art Nouveau, probabilmente l’Eixample è il vostro quartiere. Sappiate, però, che non dovete avere problemi economici, in quanto è uno dei quartieri ad avere gli affitti più alti, insieme ai quartieri dell’ovest di Barcellona -quelli sotto le montagne-, come Sarriá o Pedralbes, zone residenziali molto care. Altrimenti, quartieri simili, ma più economici, potrebbero essere quelli nei dintorni della Sagrada Familia, nella parte nord della città.

I quartieri più tranquilli di Barcellona

In alternativa, per gli amanti della vita di quartiere, quelli che amano fare la fila al mercato insieme alle nonnine catalane facendo a gara a chi ha il carrellino più pieno di prodotti, Sant Antoni, il Barrio di Sants o quello di Les Corts sono gli ideali. Tutti e tre sono comunque vicini al centro, quattro o cinque fermate di metropolitana e sarete in Plaça de Catalunya, ma anche a due passi da Plaça Espanya, Montjuic e il Camp Nou.

Tranquillo non sempre, ma in ogni caso abbastanza familiare, quello di Gràcia è il quartiere più gettonato tra gli italiani a Barcellona, il cui stile si avvicina a quello del Casco Antiguo, benché ci scorrazzino meno turisti del fine settimana. Gràcia è un quartiere caratteristico, ricco di tradizioni, fulcro della famosa Festa Major de Gràcia (anche se esiste anche quella di Sants), che si celebra a metà agosto durante un’intera settimana, in cui dormire sarà un’impresa. Qui un video riepilogativo della festa.

Palloncini davanti all'Arc de Triomf a Barcellona
Arc de Triomf, Barcellona

Documenti necessari per gli expat UE

Trasferirsi a Barcellona significa anche imbattersi in una lunga documentazione necessaria per lavorare e affittare una casa. Ecco quali sono i documenti imprescindibili per chi desidera iniziare una nuova vita in questa città:
  1.  NIE: ovvero Número de Identidad de Extranjero è un documento fondamentale sia per lavorare a Barcellona che per poter affittare casa. Per ottenerlo è necessario avere un contratto di lavoro o per lo meno una proposta di contratto, un documento -insomma- che giustifichi la vostra presenza prolungata in Spagna. Prendere l’appuntamento per il NIE è il vero scoglio, in quanto la richiesta è talmente alta e gli uffici a disposizione così pochi che spesso -anzi quasi sempre- non ci sono slot disponibili per l’appuntamento online. Armatevi di pazienza e preparatevi a imprecare davanti al computer a mezzanotte, momento in cui solitamente escono gli orari.
  2. Seguritat social: è il numero di previdenza sociale, necessario dal punto di vista pensionistico e sanitario, da procurarsi subito dopo aver vinto la lotta contro il NIE.
  3. Empadronamiento: relativo al domicilio, dovete cambiarlo ogni volta che cambierete casa, anche perché cambiando indirizzo anche il centro medico di riferimento che vi verrà assegnato potrebbe essere diverso. L’empadronamiento, insieme alla seguritat social sono documenti più semplici da ottenere, quindi una volta scalata la “montagna NIE” il resto sarà pressoché una passeggiata. Il tutto senza parlare dell’iscrizione all’AIRE, argomento piuttosto controverso, di cui magari parleremo in futuro.
Trasferirsi a Barcellona
Barceloneta

Sembra difficile: consigli davvero di andare a vivere a Barcellona?

Dopo questa carrellata di informazioni su come si vive a Barcellona, sul lavorare a Barcellona, trovare casa e procurarsi i documenti giusti, trasferirsi nella capitale catalana sembra una vera e propria impresa. Purtroppo, i primi momenti di un trasferimento all’estero non sono mai facili: si incorre in burocrazie nuove, si incappa in esperienze quasi surreali -soprattutto durante la ricerca della casa- e ambientarsi non è per niente una passeggiata. Muoversi in acque sconosciute non sempre è un gioco da ragazzi, ma una volta risolte tutte le questioni più spigolose, possiamo iniziare finalmente a goderci la città in cui abbiamo deciso di iniziare una nuova esistenza.
 

Barcellona è una coloratissima città che straborda di vita, di giovinezza e attività. Mi piace definirla una Milano sul mare, perché le opportunità lavorative sono al pari di una metropoli ma il grigio e la pioggia di Londra, Milano, Parigi o Bruxelles qui saranno solo un ricordo. 
Il mio consiglio, quindi, è: sì, provate a vivere in questo museo a cielo aperto, dove le case di Gaudí sono dei quadri da ammirare gratis (viste da fuori 😉 ), dove le passeggiate sul mare ristorano i sensi e il mare d’inverno ci suggerisce di aver fatto la scelta giusta. E poi non dimenticatevi che in mezz’ora in aereo potete raggiungere paradisi come Maiorca o Minorca, non proprio un dettaglio da accantonare!

Spero di avervi dato alcuni spunti e chiarito qualche dubbio sull’argomento trasferirsi a Barcellona. Se avete altre domande sulla vita di un expat a Barcellona, scrivetemi e non dimenticatevi di mettere Like qui sotto se l’articolo vi è piaciuto!

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