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Oggi vi porto alla scoperta di alcune feste di Barcellona! Tre feste belle movimentate, che vengono attese con fervore durante tutto l’anno dagli abitanti della città e non solo.
Feste di Barcellona: Sant Jordi in primavera
Andiamo subito al punto. Quella del 23 aprile è la mia preferita, io che sono un’eterna romantica! Sant Jordi, è una ricorrenza che unisce cultura e amore. In parole spicciole, è la giornata internazionale del Libro in Catalogna. Per strada si riversa una quantità di gente industriale, tutti intenti a comprare un libro nelle tante bancarelle che si snodano da Portal de l’Angel alle più improbabili callejuelas del Barrio Gotico. La tradizione vuole che gli innamorati si scambino due regali, un libro e una rosa rossa. Mi correggo, non gli innamorati: il regalo va fatto alla persona che ami, che stimi e a cui vuoi un bene infinito. In teoria, il libro andrebbe regalato all’uomo e la rosa alla donna, ma direi che possiamo saltare la teoria e immergerci, anche noi donne, nelle nostre letture preferite! Questa tradizione mi ha colpito molto, soprattutto perché i catalani ci sono molto legati: non è affatto paragonabile al consumistico San Valentino; qui c’è di più, c’è solidarietà, patriottismo, affetto. Quest’anno anche noi abbiamo decorato il nostro balcone con rose di carta e la nostra vicina novantenne ci ha regalato altre decorazioni fatte a mano da esporre.
La leggenda di San Giorgio e il drago
In realtà, pare che il cavaliere Giorgio sia esistito veramente e che fu un militare nato in Grecia che si oppose alla persecuzione dei cristiani, e che per questo fu giustiziato.
E i libri che c’entrano?
La festa del fuoco: Sant Joan
Altra tradizione catalana e una delle più famose tra le feste di Barcellona, la festa del fuoco in onore di Sant Joan, celebrata la notte tra il 23 e il 24 giugno, che segna l’inizio ufficiale dell’estate. Ecco, questa la odio davvero e cerco sempre di andare altrove o di rinchiudermi in casa! I protagonisti sono petardi e fuochi d’artificio, di cui io ho una paura folle. La prima volta pensavo che fosse una roba da niente e ho avuto la brillante idea di andare a Barceloneta di sera, non sapendo che fosse l’epicentro della festa. Le esplosioni e i fortissimi boati abbagliano la notte; non smettono mai, fino al mattino successivo. La costa di Barcellona si riempie di falò, party e musica a tutto volume -e fin qui una figata-, peccato che i fuochi d’artificio ti passino accanto alle orecchie, perché la gente spara senza criterio. Conclusione: se amate i fuochi, questa è la festa che fa per voi, altrimenti organizzate un weekend da un’altra parte!
La più sentita: la Festa della Mercè
Le feste non sono finite: parliamo di quella più importante, la Mercè. Questo festival si celebra in settembre ed è in onore della Mare de Deu de la Mercè, la patrona di Barcellona. Per festeggiare la Virgen de la Mercè che, secondo la leggenda, nel 1687 salvò la città da un’invasione di cavallette, il comune di Barcellona si impegna come non mai: per una settimana, artisti di tutto il mondo sono chiamati nella capitale catalana; decine e decine di concerti invadono la città, le attività brulicano dalle 11 del mattino alle 4 di notte, e come se non bastasse, è tutto gratis. Attrazione principale, come di molte altre durante l’anno, i castellers, i cosiddetti “castelli umani”: questa manifestazione culturale consiste nel costruire una torre di uomini, dove le figure più in alto sono bambini. Els gegants (i giganti) accompagnano i castellers per le strade della città: figure enormi di carta pesta rappresentanti nobili, reali, persone conosciute o fantastiche. E infine, i correfoc, persone travestite da demoni che sfilano per le strade ballando tra i fuochi d’artificio.
Sono l’atmosfera e il coinvolgimento viscerale di tutti i cittadini i reali protagonisti delle festività catalane: tutti i quartieri contribuiscono alla realizzazione di decorazioni e organizzazione di eventi, c’è aria di solidarietà e il divertimento è assicurato.
Lo sapevi che…
- Dietro la bandiera della Catalogna c’è una leggenda: si dice, infatti, che quando un conte catalano, tale Guifré el Pelós, fu ferito durante una delle tante battaglie contro gli arabi, il re Carlo il Calvo mise due dita nella ferita del conte e con il suo sangue disegnò, su uno scudo dorato, la bandiera con le quattro strisce rosse.
Non vi siete ancora stancati di Barcellona? Leggete qui!
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