Viaggiare è bello, appagante, divertente, rigenerante… ma spesso e volentieri è anche causa di conseguenze negative per l’ambiente, per le popolazioni e gli animali che lo abitano. In un mondo così altamente popolato e in cui gli spostamenti globali sono all’ordine del giorno, alcuni tipi di viaggio stanno contribuendo al degrado e alla distruzione dei luoghi più straordinari della Terra, nonché alla sparizione di culture, tradizioni e usanze locali, per non parlare dei danni causati all’ecostistema. 

L’alternativa al turismo di massa e a tutti quei tipi di turismo sconsiderato si chiama viaggio sostenibile, ovvero un tipo di turismo più responsabile ed etico, volto alla salvaguardia ambientale e alla conservazione delle culture del mondo.

In questo articolo vediamo più nello specifico cosa si intende per turismo responsabile –ma anche cos’è il turismo di massa– e come viaggiare in modo sostenibile. Perché la soluzione non è smettere di viaggiare, ma farlo con coscienza e rispetto!

Tabella dei contenuti

Cosa si intende per turismo di massa

Prima di parlare di viaggio sostenibile, spendiamo due parole sulla sua nemesi, ovvero su cos’è il turismo di massa: per turismo di massa si intende quel tipo di viaggio che coinvolge un numero considerevole di persone che si muovono nello stesso momento verso lo stesso luogo. Parliamo in genere di viaggi di gruppo pre-organizzati, dove per gruppo non si intendono 7 o 8 persone, ma molte, molte di più: avete presente gli autubus turistici o le crociere?

I problemi del turismo di massa

Ecco quali sono i maggiori problemi legati al turismo di massa:
 
  • overtourism: anche detto sovraffollamento turistico, che ha un impatto negativo sia sull’esperienza di viaggio di chi è in vacanza sia sulla vita quotidiana dei cittadini che abitano un determinato luogo (per la serie: bella Venezia ma non ci vivrei);
  • eccessivo sfruttamento delle risorse del territorio interessato dal turismo, che può causare danni anche irreparabili all’ambiente (basti pensare alla costruzione fuori controllo di strutture turistiche che spesso alterano gli equilibri ecologici e paesaggistici);
  • in alcuni casi perdita dell’identità culturale: soprattutto se pensiamo alle zone più povere del mondo o a quelle in via di sviluppo, ovvero aree che sono diventate economicamente dipendenti dal turismo e che pur di soddisfare i capricci dei visitatori mettono da parte le proprie tradizioni e i propri usi e costumi;
  • esperienze di viaggio non autentiche e a prezzi gonfiati: punto relazionato alla perdita di identità culturale. Ecco che nei luoghi più sperduti della Terra nascono come funghi ristoranti per turisti con le immagini dei piatti e i menù scritti in dieci lingue, ed ecco che si arriva a mangiare il cosiddetto cibo internazionale –che poi spiegatemi cosa vuol dire con esattezza– a discapito di quello locale. L’aumento dei prezzi è una conseguenza concatenata, sia a causa dell’importazione di alimenti magari non comuni in una determinata zona del mondo, sia a seconda di quanto è ben posizionato un ristorante (ma anche un alloggio) rispetto a un sito di grande impatto turistico;
  • emissioni altissime e spreco di energia: causate dai mezzi di trasporto scelti per muoversi. Vogliamo riflettere su quanto consuma una nave da crociera? Si stima che consumi tra le 200 e le 250 tonnellate di carburante al giorno.

Perché si opta per il turismo non responsabile

Troppa gente in giro, code chilometriche sotto al sole di agosto per visitare musei o siti archeologici, ristoranti di scarsa qualità che offrono cucina tutta uguale in qualsiasi parte del mondo, prezzi fuori misura… ma con tutti questi aspetti negativi, perché si sceglie ancora di viaggiare in questo modo?
Ecco due dei motivi:
 
  • il non poter viaggiare fuori stagione per lavoro: il problema più diffuso e che colpisce tutti quei lavoratori che non possono prendere ferie se non nei mesi estivi;
  • la paura dello sconosciuto: un problema che coinvolge soprattutto chi non è un esperto viaggiatore, chi è più anziano, chi non parla bene inglese e ha paura di ritrovarsi in situazioni difficili senza poter comunicare con facilità, ma anche chi ha timore di qualcosa che non conosce a fondo, in questo caso un nuovo Paese. Uscire dalla comfort zone, in pratica, ci mette a disagio, per cui preferiamo affidarci a qualcuno che conosce già il luogo e per vacanze di gruppo in modo da non rimanere mai soli.
Ma per ovviare a tutto ciò, che facciamo? Non andiamo a vedere il Colosseo, le Piramidi o città iconiche come Roma, Venezia, Parigi o New York? Non è certo questo ciò a cui voglio arrivare: ciò che voglio dire è che possiamo viaggiare ovunque ma prendendo alcuni accorgimenti di cui vi parlerò tra poco e che non faranno altro che migliorare sia la nostra esperienza di viaggio sia la condizione dei luoghi più gettonati per le vacanze.

Che cos’è il turismo sostenibile?

Dopo questa lunga premessa, veniamo al nocciolo della questione e capiamo a fondo che cos’è il turismo sostenibile. Viaggiare sostenibile significa viaggiare seguendo una serie di pratiche volte a limitare il nostro impatto ambientale e a rispettare le popolazioni locali.

Il viaggio sostenibile, o ecosostenibile, quindi è un tipo di turismo etico e responsabile ma non per questo meno rilassante, appagante o divertente, anzi!

Le 10 buone pratiche per un viaggio sostenibile

Come viaggiare in modo sostenibile? Vediamo ora quali sono le pratiche da mettere in atto quando si parla di viaggio sostenibile. Ci tengo a precisare che a volte sarà facile implementarle tutte in vista di un solo viaggio, altre volte solo alcune, ma l’importante è cercare di impegnarsi fino in fondo per creare un viaggio che sia il più ecosostenibile possibile.

1. Mezzi di trasporto ecologici per viaggiare sostenibile

Questa ad esempio è una delle buone pratiche che a volte possono essere messe in atto mentre altre volte no. Scegliere il treno anziché l’aereo se si vuole arrivare dall’altra parte del mondo non è verosimile, ma nel caso in cui l’opzione treno sia valida quanto quella aereo, allora sarebbe meglio scegliere le rotaie, di gran lunga più sostenibili.
Pensiamo a uno spostamento da Roma a Torino oppure a un viaggio itinerante: se c’è la possibilità di spostarsi di città in città in treno, scegliete questa opzione!
I viaggi in treno hanno anche un beneficio per il viaggiatore: permettono di poter vedere cosa c’è fuori dalle città più conosciute e come si svolge la vita vera di un Paese.

2. Sì allo slow travel e all’undertourism, no all’overtourism!

Abbiamo già parlato di overtourism e di quanto sia negativo per l’ambiente. Chi può combattere l’overtourism viaggiando nei periodi di bassa stagione farà già un grosso favore a coloro che invece sono costretti a prendere le ferie solo e soltanto nei mesi estivi, ma sappiate che esistono altri modi per contrastare questo fenomeno.
Introduciamo i concetti di slow travel e di undertourism:
 
  • slow travel: il cosiddetto viaggio lento, ovvero un modo di viaggiare che si focalizza sul vivere un’esperienza completa, immergendosi a fondo nella cultura locale per conoscerne ogni aspetto. Non si tratta quindi del classico viaggio a tappe dove in 15 giorni si arrivano a visitare 10 città e a prendere 5 aerei, bensì di un viaggio più consapevole –spesso in luoghi non troppo affollati–, concentrato sulla valorizzazione delle esperienze locali e dove vige il leit motiv “less is more”. Come vi dico sempre negli articoli del mio blog: non si può vedere tutto se non si ha abbastanza tempo, va fatta una scelta!
  • undertourism: una delle migliori pratiche per creare un viaggio sostenibile, che si basa sulla tendenza a scegliere mete meno note per le proprie vacanze. Scegliete questa opzione soprattutto se non avete la possibilità di viaggiare nei periodi di bassa stagione: vi assicuro che al giorno d’oggi è ancora possibile trovare località poco battute anche nei mesi estivi. Lo sapevate, ad esempio, che in estate alle Canarie si sta benissimo a livello di clima, c’è poca gente e i mesi di luglio e agosto sono considerati periodi di bassa stagione? 

3. Riduzione del consumo di plastica

Ovviamente, viaggiare sostenibile significa anche stare attenti agli sprechi, più che mai nelle zone del mondo che non possiedono sistemi di riciclo dei rifiuti o addirittura di raccolta. In particolare se decidiamo di viaggiare verso questi luoghi, i primi accorgimenti da prendere sono quelli di non utilizzare plastica monouso e di portare con sé una borraccia da poter riempire (nei Paesi in cui è sicuro farlo), senza così acquistare costantemente bottigliette d’acqua (le borracce vuote si possono portare anche in aereo).

4. Scelta di alloggi sostenibili

Scegliere un alloggio sostenibile è un fattore chiave che aiuta fortemente a progettare un viaggio sostenibile.
Sappiate che prenotare un alloggio rispettoso per l’ambiente non significa per forza spendere un occhio della testa, come spesso si crede, perché esistono anche strutture low cost che lavorano per limitare il proprio impatto ambientale.
 
Anche se avete intenzione di utilizzare i maggiori canali di prenotazioni online, andate prima a dare uno sguardo sul sito web della struttura in questione e assicuratevi che questa sia sostenibile, che non impieghi plastica monouso e che sia stata costruita con i migliori criteri.
Neanche a dirlo, eliminate dalla lista le mega strutture che invece vengono predilette dal turismo di massa: i maxi hotel costruiti sopra una scogliera, ad esempio, o i mega grattacieli che hanno modificato sostanzialmente il paesaggio.

5. Mangiare locale

Un viaggio ecosostenibile è un viaggio che mira alla valorizzazione delle tradizioni del luogo che si va a visitare. Prenotare una struttura a conduzione familiare, per riallacciarsi al punto precedente, e mangiare locale sono due fattori che ci aiuteranno nel nostro intento di viaggiare sostenibile.
 
Poco tempo fa ho trascorso un mese in Indonesia e ho potuto constatare che erano moltissimi i ristoranti internazionali che proponevano pietanze come avocado toast, granola, açai bowl, brunch e tutti quei cibi –e diciamolo!– instagrammabili che però nulla avevano a che fare con le abitudini alimentari locali. L’Indonesia è un Paese in cui si mangiano ingredienti semplici, perlopiù uova, riso, noodle, pollo, tofu e verdure. Andavo a mangiare nei ristoranti tipici, chiamati warung, e trovavo sempre pochissime persone (a parte nei più famosi); se invece passavo davanti ai ristoranti italiani, francesi, spagnoli e di cucina internazionale li trovavo sempre pieni.
 

Ciò incentiva la perdita di identità culturale già menzionata in precedenza e non giova affatto il visitatore, perché questi ristoranti costano il triplo rispetto ai ristoranti locali –soprattutto nelle parti del mondo in cui è più costoso e meno immediato reperire alcune materie prime– e spesso la qualità non è ai massimi livelli. 

6. Comprare locale

In vista di un viaggio sostenibile, oltre a mangiare locale dobbiamo anche comprare locale: meglio prediligere l’acquisto di prodotti artigianali a beneficio dell’economia locale e non delle multinazionali conosciute in tutto il mondo.
Spulciamo i mercatini, i negozietti a conduzione familiare e le bancarelle degli artigiani: sono questi i souvenir migliori!
Ovviamente, attenzione a dove comprate! Non fatevi ingannare da possibili truffe che vengono spacciate come artigianali e, prima di acquistare, ponderate ogni aspetto per compiere una scelta accurata!

7. Attenzione alle escursioni che prenotate!

Quando tocchiamo l’argomento escursioni ci si apre davanti un mondo dalle mille sfaccettature, alcune delle quali molto ma molto negative. Spesso e volentieri ci vengono vendute per autentiche escursioni che in realtà non lo sono affatto, come ad esempio la visita a un villaggio particolare o quella a un negozio di artigianato dove in realtà non c’è nulla di vero. Può succedere, ci siamo cascati tutti e abbiamo imparato dai nostri errori; ma la cosa più importante è evitare escursioni che coinvolgano animali, soprattutto se si tratta di animali selvatici.
 
Un esempio che mi viene in mente riguarda i cosiddetti santuari degli elefanti o i luoghi dove si possono fare foto o addirittura il bagno con tigri e altri animali decisamente non domestici. Per poter stare a contatto col pubblico, gli animali vengono sedati e, dietro le quinte, trattati male in modo da essere obbedienti. Riflettiamo un attimo: secondo quale criterio una tigre dovrebbe farsi toccare da centinaia di persone al giorno senza reagire?
Di esempi che ne sono tanti altri: il sovraffollamento di barche in alcune zone di avvistamento delfini, le piantagioni false di caffè Luwak in Indonesia, alcuni tipi di safari in cui non si rispetta nessun tipo di regola, escursioni con animali non tipici di un territorio, ecc.; perciò quando si tratta di scegliere se fare o meno escursioni del genere, è di vitale importanza informarsi in profondità sulle modalità e le condizioni degli animali e riflettere bene sul da farsi.

8. Affidatevi a guide che promuovono il turismo responsabile

Se il viaggio all’avventura non fa per voi, non c’è nulla di male e questo non vi precluderà di poter viaggiare in modo sostenibile. Scegliete un tour operator o delle guide turistiche impegnate nella progettazione di viaggi ecosostenibili e non fermatevi davanti ai più famosi pensando che non ci sia alternativa!
Sono ormai tanti i viaggi di gruppo pre-organizzati in maniera etica e che sono adatti a tutti: magari si tratta di guide locali che parlano la vostra lingua oppure di connazionali che hanno deciso di vivere all’estero dove di lavoro fanno le guide turistiche, o ancora di agenzie di viaggio che organizzano viaggi etici sotto ogni punto di vista. È probabile che il gruppo con cui viaggerete sarà piuttosto ristretto e che si tratterà di un viaggio ricco di esperienze a contatto con le realtà locali: non abbiate timore, perché le guide faranno comunque da filtro e non ci sarà nulla di cui preoccuparsi né per quanto riguarda la comunicazione in un’altra lingua, né per cibo o alloggio.
 

9. Viaggi e volontariato vanno a braccetto

Avete mai pensato di unire vacanze e volontariato? Una grande idea se si è determinati a viaggiare in maniera sostenibile! Il mondo brulica di associazioni che si occupano di centinaia di tipi di volontariato, vi basterà cercare quella che si occupa della causa che più vi sta a cuore. Alcune tra le tantissime, giusto per fare degli esempi concreti:

10. Rispettare la cultura locale

Quando si viaggia in Paesi che hanno usi e costumi molto diversi dal nostro è fondalmentale informarsi sulle abitudini locali, in modo da rispettare appieno le persone, i loro usi e costumi e la loro religione. 
È possibile che in alcuni Paesi le effusioni amorose in pubblico non siano viste di buon occhio o che camminare per strada in costume sia vietato, altri in cui è imprescindibile coprirsi determinate parti del corpo in qualsiasi occasione e altri ancora dove parlare ad alta voce al cellulare non è gradito o dove è buona norma togliersi le scarpe prima di entrare in un luogo chiuso.
Insomma, prima di partire è bene fare una piccola ricerca e, soprattutto, seguire le regole o le indicazioni di ogni luogo: solo così sarà possibile essere rispettati a nostra volta.

Come abbiamo visto le pratiche da seguire per realizzare un viaggio sostenibile non sono certo poche ma credo che un po’ di impegno valga assolutamente la pena, sia per salvaguardare l’ambiente che le realtà culturali e così sfaccettate che esistono nel mondo.

Spero che questo articolo vi abbia fatto riflettere, che abbiate scoperto qualcosa di nuovo o semplicemente confermato ciò che già sapevate. Nel caso l’abbiate trovato utile, vi chiedo di supportare il mio lavoro: registratevi alla Newsletter mensile del blog, dove condivido sempre nuovi itinerari di viaggio, consigli di lettura e bei podcast da ascoltare, e seguitemi sul profilo Instagram @frangyontrip, dove potremo condividere insieme i nostri viaggi!

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