Viaggiare è bello, appagante, divertente, rigenerante… ma spesso e volentieri è anche causa di conseguenze negative per l’ambiente, per le popolazioni e gli animali che lo abitano. In un mondo così altamente popolato e in cui gli spostamenti globali sono all’ordine del giorno, alcuni tipi di viaggio stanno contribuendo al degrado e alla distruzione dei luoghi più straordinari della Terra, nonché alla sparizione di culture, tradizioni e usanze locali, per non parlare dei danni causati all’ecostistema.
L’alternativa al turismo di massa e a tutti quei tipi di turismo sconsiderato si chiama viaggio sostenibile, ovvero un tipo di turismo più responsabile ed etico, volto alla salvaguardia ambientale e alla conservazione delle culture del mondo.
In questo articolo vediamo più nello specifico cosa si intende per turismo responsabile –ma anche cos’è il turismo di massa– e come viaggiare in modo sostenibile. Perché la soluzione non è smettere di viaggiare, ma farlo con coscienza e rispetto!
Tabella dei contenuti
Cosa si intende per turismo di massa
I problemi del turismo di massa
- overtourism: anche detto sovraffollamento turistico, che ha un impatto negativo sia sull’esperienza di viaggio di chi è in vacanza sia sulla vita quotidiana dei cittadini che abitano un determinato luogo (per la serie: bella Venezia ma non ci vivrei);
- eccessivo sfruttamento delle risorse del territorio interessato dal turismo, che può causare danni anche irreparabili all’ambiente (basti pensare alla costruzione fuori controllo di strutture turistiche che spesso alterano gli equilibri ecologici e paesaggistici);
- in alcuni casi perdita dell’identità culturale: soprattutto se pensiamo alle zone più povere del mondo o a quelle in via di sviluppo, ovvero aree che sono diventate economicamente dipendenti dal turismo e che pur di soddisfare i capricci dei visitatori mettono da parte le proprie tradizioni e i propri usi e costumi;
- esperienze di viaggio non autentiche e a prezzi gonfiati: punto relazionato alla perdita di identità culturale. Ecco che nei luoghi più sperduti della Terra nascono come funghi ristoranti per turisti con le immagini dei piatti e i menù scritti in dieci lingue, ed ecco che si arriva a mangiare il cosiddetto cibo internazionale –che poi spiegatemi cosa vuol dire con esattezza– a discapito di quello locale. L’aumento dei prezzi è una conseguenza concatenata, sia a causa dell’importazione di alimenti magari non comuni in una determinata zona del mondo, sia a seconda di quanto è ben posizionato un ristorante (ma anche un alloggio) rispetto a un sito di grande impatto turistico;
- emissioni altissime e spreco di energia: causate dai mezzi di trasporto scelti per muoversi. Vogliamo riflettere su quanto consuma una nave da crociera? Si stima che consumi tra le 200 e le 250 tonnellate di carburante al giorno.
Perché si opta per il turismo non responsabile
Ecco due dei motivi:
- il non poter viaggiare fuori stagione per lavoro: il problema più diffuso e che colpisce tutti quei lavoratori che non possono prendere ferie se non nei mesi estivi;
- la paura dello sconosciuto: un problema che coinvolge soprattutto chi non è un esperto viaggiatore, chi è più anziano, chi non parla bene inglese e ha paura di ritrovarsi in situazioni difficili senza poter comunicare con facilità, ma anche chi ha timore di qualcosa che non conosce a fondo, in questo caso un nuovo Paese. Uscire dalla comfort zone, in pratica, ci mette a disagio, per cui preferiamo affidarci a qualcuno che conosce già il luogo e per vacanze di gruppo in modo da non rimanere mai soli.
Che cos’è il turismo sostenibile?
Il viaggio sostenibile, o ecosostenibile, quindi è un tipo di turismo etico e responsabile ma non per questo meno rilassante, appagante o divertente, anzi!
Le 10 buone pratiche per un viaggio sostenibile
1. Mezzi di trasporto ecologici per viaggiare sostenibile
Pensiamo a uno spostamento da Roma a Torino oppure a un viaggio itinerante: se c’è la possibilità di spostarsi di città in città in treno, scegliete questa opzione!
I viaggi in treno hanno anche un beneficio per il viaggiatore: permettono di poter vedere cosa c’è fuori dalle città più conosciute e come si svolge la vita vera di un Paese.
2. Sì allo slow travel e all’undertourism, no all’overtourism!
- slow travel: il cosiddetto viaggio lento, ovvero un modo di viaggiare che si focalizza sul vivere un’esperienza completa, immergendosi a fondo nella cultura locale per conoscerne ogni aspetto. Non si tratta quindi del classico viaggio a tappe dove in 15 giorni si arrivano a visitare 10 città e a prendere 5 aerei, bensì di un viaggio più consapevole –spesso in luoghi non troppo affollati–, concentrato sulla valorizzazione delle esperienze locali e dove vige il leit motiv “less is more”. Come vi dico sempre negli articoli del mio blog: non si può vedere tutto se non si ha abbastanza tempo, va fatta una scelta!
- undertourism: una delle migliori pratiche per creare un viaggio sostenibile, che si basa sulla tendenza a scegliere mete meno note per le proprie vacanze. Scegliete questa opzione soprattutto se non avete la possibilità di viaggiare nei periodi di bassa stagione: vi assicuro che al giorno d’oggi è ancora possibile trovare località poco battute anche nei mesi estivi. Lo sapevate, ad esempio, che in estate alle Canarie si sta benissimo a livello di clima, c’è poca gente e i mesi di luglio e agosto sono considerati periodi di bassa stagione?
3. Riduzione del consumo di plastica
4. Scelta di alloggi sostenibili
Sappiate che prenotare un alloggio rispettoso per l’ambiente non significa per forza spendere un occhio della testa, come spesso si crede, perché esistono anche strutture low cost che lavorano per limitare il proprio impatto ambientale.
Neanche a dirlo, eliminate dalla lista le mega strutture che invece vengono predilette dal turismo di massa: i maxi hotel costruiti sopra una scogliera, ad esempio, o i mega grattacieli che hanno modificato sostanzialmente il paesaggio.
5. Mangiare locale
Ciò incentiva la perdita di identità culturale già menzionata in precedenza e non giova affatto il visitatore, perché questi ristoranti costano il triplo rispetto ai ristoranti locali –soprattutto nelle parti del mondo in cui è più costoso e meno immediato reperire alcune materie prime– e spesso la qualità non è ai massimi livelli.
6. Comprare locale
Spulciamo i mercatini, i negozietti a conduzione familiare e le bancarelle degli artigiani: sono questi i souvenir migliori!
Ovviamente, attenzione a dove comprate! Non fatevi ingannare da possibili truffe che vengono spacciate come artigianali e, prima di acquistare, ponderate ogni aspetto per compiere una scelta accurata!
7. Attenzione alle escursioni che prenotate!
Di esempi che ne sono tanti altri: il sovraffollamento di barche in alcune zone di avvistamento delfini, le piantagioni false di caffè Luwak in Indonesia, alcuni tipi di safari in cui non si rispetta nessun tipo di regola, escursioni con animali non tipici di un territorio, ecc.; perciò quando si tratta di scegliere se fare o meno escursioni del genere, è di vitale importanza informarsi in profondità sulle modalità e le condizioni degli animali e riflettere bene sul da farsi.
8. Affidatevi a guide che promuovono il turismo responsabile
Sono ormai tanti i viaggi di gruppo pre-organizzati in maniera etica e che sono adatti a tutti: magari si tratta di guide locali che parlano la vostra lingua oppure di connazionali che hanno deciso di vivere all’estero dove di lavoro fanno le guide turistiche, o ancora di agenzie di viaggio che organizzano viaggi etici sotto ogni punto di vista. È probabile che il gruppo con cui viaggerete sarà piuttosto ristretto e che si tratterà di un viaggio ricco di esperienze a contatto con le realtà locali: non abbiate timore, perché le guide faranno comunque da filtro e non ci sarà nulla di cui preoccuparsi né per quanto riguarda la comunicazione in un’altra lingua, né per cibo o alloggio.
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9. Viaggi e volontariato vanno a braccetto
- Bye Bye Plastic Bags: per la pulizia delle spiagge a Bali;
- Amici di Zanzibar e del Mondo: per fare volontariato in una scuola di Zanzibar;
- YearOut: per volontariato ambientale in Costa Rica o Namibia e sociale in tante altre parti del mondo.
10. Rispettare la cultura locale
È possibile che in alcuni Paesi le effusioni amorose in pubblico non siano viste di buon occhio o che camminare per strada in costume sia vietato, altri in cui è imprescindibile coprirsi determinate parti del corpo in qualsiasi occasione e altri ancora dove parlare ad alta voce al cellulare non è gradito o dove è buona norma togliersi le scarpe prima di entrare in un luogo chiuso.
Insomma, prima di partire è bene fare una piccola ricerca e, soprattutto, seguire le regole o le indicazioni di ogni luogo: solo così sarà possibile essere rispettati a nostra volta.
Come abbiamo visto le pratiche da seguire per realizzare un viaggio sostenibile non sono certo poche ma credo che un po’ di impegno valga assolutamente la pena, sia per salvaguardare l’ambiente che le realtà culturali e così sfaccettate che esistono nel mondo.
Spero che questo articolo vi abbia fatto riflettere, che abbiate scoperto qualcosa di nuovo o semplicemente confermato ciò che già sapevate. Nel caso l’abbiate trovato utile, vi chiedo di supportare il mio lavoro: registratevi alla Newsletter mensile del blog, dove condivido sempre nuovi itinerari di viaggio, consigli di lettura e bei podcast da ascoltare, e seguitemi sul profilo Instagram @frangyontrip, dove potremo condividere insieme i nostri viaggi!