Immaginatevi di passeggiare sulle strade senza marciapiede di una città immensa, rumorosa, piena di auto e motorini che vi sfrecciano accanto. Sopra la vostre teste grovigli informi di cavi elettrici, nelle vostre orecchie clacson che non smettono mai di suonare, nel vostro naso un pungente odore di smog.
Allo stesso tempo, però, scorgete diversi tempietti, pieni di fiori e candele, dove alcune persone sono riunite in silenzio: fanno strani movimenti e hanno sulla fronte un segno rosso simile alla ceralacca. Vedete anche tantissimi negozi, che forse sembrano più garage: ci sono calzolai, ci sono sarti, c’è chi vende tè e biscotti, chi fa il parrucchiere e chi aggiusta mobili.
Al primo sguardo Kathmandu appare così, caotica e non particolarmente allettante. Ma guardatela meglio, osservatela più a fondo e la rivaluterete di certo.
Oggi parliamo di cosa vedere a Kathmandu, dei luoghi di culto della capitale del Nepal, delle tradizioni e degli usi e costumi dei suoi abitanti. Vediamo se riesco a incuriosirvi!
Tabella dei contenuti
Quanti giorni a Kathmandu?
Nonostante sia una città davvero enorme, Kathmandu è visitabile tranquillamente in 3 giorni pieni, 4 al massimo. I punti di interesse più importanti, infatti, non sono molti (anche se validissimi e imperdibili!) e considerando che il miglior momento per visitare i templi è la mattina presto, in una giornata si ha la possibilità di vedere parecchio.
Inoltre, come già spiegavo nell’articolo dedicato all’itinerario sul viaggio in Nepal, un fattore da non sottovalutare è lo smog, molto intenso soprattutto di giorno.
Personalmente, dopo 3-4 giorni in città, ho sentito proprio la necessità di respirare aria più pulita, per cui —dopo aver visitato Kathmandu— non mi è dispiaciuto affatto optare per una destinazione con meno traffico. L’ideale, a mio parere, è quello di alternare città a luoghi con aria più pulita, quindi dopo Kathmandu potreste, ad esempio, optare per un safari nel Parco Nazionale del Chitwan o salire un po’ di altitudine, magari verso le cittadine di Nagarkot o Pokara.
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Cosa vedere a Kathmandu
Prima di passare alla lista di cosa vedere a Kathmandu, ecco un paio di curiosità: Kathmandu significa letteramente “tempio del legno” e sorge a 1.400 mslm nella valle che porta il suo stesso nome, insieme ad altre due città, Bhaktapur e Patan.
Swayambhunath Temple
Non potrete non notare gli occhi del Buddha dipinti sui quattro lati dello stupa, simbolo della capacità di vedere tutto. E se pensate che quel punto interrogativo sotto gli occhi sia un naso, vi sbagliate! Quello è il numero uno scritto in alfabeto nepalese!
P.S.: fermatevi per un po’ anche al monastero (cosa che consiglio di fare in ogni tempio in generale), per vedere e sentire i monaci salmodiare preghiere e benedizioni. Non abbiate fretta di andarvene, fate silenzio, mettete via la macchina fotografica e assaporate ogni istante di quello che sarà un momento irripetibile.
Pashupatinath Temple
Continuiamo la lista di cosa vedere a Kathmandu con il Tempio di Pashupatinath, dedicato al dio Shiva, forse il più suggestivo in assoluto. Qui, infatti, assisterete alle cremazioni dei defunti, la pratica funeraria più diffusa tra gli induisti.
A mio avviso questo tempio va visitato con una guida locale, che troverete all’ingresso accanto alla biglietteria, perché prima di assistere alle cremazioni è importante conoscere e cercare di capire come viene percepita la morte dagli induisti. Di fatti, la concezione dietro a questo tema è completamente diversa da quella che si ha in Occidente: se per noi la morte è percepita come una tragedia spesso insormontabile, accompagnata da una buona dose di oscurità e pensieri lugubri, per gli induisti è una semplice tappa della vita, che va interiorizzata e accettata. Si crede infatti alla reincarnazione e alla continuazione del percorso che porterà l’anima al raggiungimento del Nirvana (il fatto che le cremazioni siano pubbliche è un modo per far accettare alle persone il concetto di morte, perché solo così si può raggiungere la pace e la serenità in vita).
A Pashupatinath, prima delle cremazioni sulle classiche pire, vedrete tanti rituali volti alla purificazione del defunto: il corpo viene lavato con le acque del fiume sacro e poi viene preparato per procedere alla cremazione. Sarà di certo un momento stracolmo di sentimenti contrastanti ed emozioni forti, anche se l’atmosfera che c’è intorno non trasmette la negatività tipica della morte che siamo abituati a percepire.
Consiglio: andate a Pashupatinath Kathmandu un’oretta o due prima del tramonto, perché verso le 19 si assiste a un suggestivo spettacolo di musica e luci. Mettetevi seduti sulla sponda delle cremazioni per vedere lo show, che sarà dall’altro lato: di fronte a voi le pire che bruciano e subito dietro un rituale volto a celebrare la vita sulla Terra. Una delle tante contraddizioni che troverete in Nepal!
Budhanilkantha Temple
Si tratta di un tempio all’aperto al cui centro si staglia una statua di 5 metri del dio Vishnu sdraiato su un laghetto. Il rituale, che si celebra molto presto al mattino (arrivate al massimo per le 7:30!), consiste appunto nella vestizione della statua da parte dei monaci hindu (in genere adolescenti).
Da notare che per gli induisti le statue degli dèi contengono davvero l’anima degli stessi e per questo, avendo tutte le esigenze umane, devono essere trattati come persone normali.
Vishnu viene lavato, vestito, decorato e gli viene dato del cibo (che poi in giornata viene rimosso e consegnato ai fedeli del tempio). Si tratta di un rituale molto lungo ma molto suggestivo, anche per l’atmosfera che si respira intorno: vedrete infatti tanti fedeli realizzare i classici rituali mattutini, pregare e lasciare offerte agli dèi.
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Piazza Durbar e centro storico
Piazza Durbar con il suo vecchio Palazzo Reale, i suoi templi e monumenti a forma di pagoda è, come tutte le altre piazze Durbar della valle di Kathmandu, patrimonio mondiale UNESCO.
Per entrare è necessario acquistare un ticket di ingresso e mostrarlo alle entrate di tutti i palazzi che si desiderano visitare. Anche in questo caso, il consiglio è quello di contrattare una guida locale che possa spiegarvi la storia non solo della piazza, ma anche del Paese in generale.
Boudha Stupa
Boudha Stupa o Boudhanath è uno dei più grandi stupa del Nepal. La sua particolarità sono le bandierine tibetane contenenti le preghiere che decorano lo stupa e che vengono cambiate ogni volta che i fili si usurano (si dice che quando le bandiere si sfilacciano, le preghiere salgano verso il cielo).
Anche il complesso è molto bello e il monastero buddhista situato al pian terreno è un’altra delle chicche imperdibili. Troverete centinaia di monaci, da quelli bambini agli anziani, seduti ai propri banchi a salmodiare per ore i mantra: non importa essere fedeli per farsi trasportare dalle loro voci, sono questi i momenti che vi rimarranno nel cuore, fidatevi.
All’interno del complesso si trova un altro monastero, raggiungibile salendo alcune scale dove potrete farvi benedire dai monaci o semplicemente godervi la vista sullo stupa.
E non perdetevi nemmeno un buon caffè su una delle tante terrazze, anch’esse con vista stupa: il momento migliore per fare qualche foto!
Fare shopping a Thamel
Che facciamo… andiamo via dalla capitale senza fare un po’ di shopping? Impossibile! Dopo aver terminato la lista di cosa vedere a Kathmandu, non ci resta che recarci nel quartiere di Thamel per acquistare qualche souvenir.
Siate consapevoli però che a Kathmandu, così come in tante altre città in Asia, i marciapiedi non esistono o sono molto stretti e mal tenuti, per cui dovrete fare attenzione a dove mettete i piedi e accettare il fatto che non si tratterà di uno shopping rilassante. Motorini e auto in quantità vi passeranno di fianco, tra smog, confusione e tanto tanto chiasso!
Come muoversi a Kathmandu
Quella del bus, però, è comunque un’esperienza che consiglio di provare almeno una volta, perché l’ho trovata super divertente! I bus si fermano rapidamente e l’incaricato di riscuotere i soldi urla la destinazione a squarciagola, scendendo dal mezzo e facendo stipare la gente dentro. Lo spazio vitale è ridotto al minimo e persino accanto al conducente c’è una specie di divanetto dove si può sedere la gente.
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